Venezia United - la storia del calcio veneziano
La lunga storia del calcio veneziano compie 108 anni. Oggi ricorre, infatti, l’anniversario della nascita del Foot Ball Club Venezia. Era un sabato, il 14 dicembre di cento-otto anni fa, quando un gruppo di sportivi delle società Marziale e C. Reyer, appassionati del nuovo gioco che andava diffondendosi in Italia da oltremanica, si ritrovarono presso l’allora Trattoria da Nane in corte dell’Orso (dietro il centralissimo ‘campo’ S. Bortolomio), per fondare il primo club calcistico in città.
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Una storia, quella del Venezia United, nato rossoblu per diventare neroverde l’anno successivo, che durerà fino al 1987, quando unendosi al Mestre, l’altro Club cittadino, darà vita a quella Unione (dalla scorsa estate Venezia FC) di cui oggi sosteniamo i colori. E’ con questo spirito, con la voglia di andare alla ricerca delle nostre radici, tutte, nessuna esclusa, e di cercare in esse ciò che ci unisce, includendo e non escludendo, che vogliamo ricordare questa data. Perchè neroverde e arancionero siano finalmente uniti nel nostro meraviglioso, e unico, tricolore arancioneroverde.
E che questo ci dia la forza di affrontare e superare ogni difficoltà, la nostra storia è più grande e più forte di tutto…
Pier Luigi Penzo - lo stadio legendare di Venezia United
La costruzione dello stadio dedicato alla memoria dell’aviatore Pier Luigi Penzo risale al 1913. Il primato della longevità è in discussione da sempre con il G. Ferraris di Genova che risulta inaugurato due anni prima (1911) ma che a differenza del PL Penzo ha perso ogni seppur minima impronta del passato. La sua storia è caratterizzata da innumerevoli mutamenti nelle sue strutture e nella sua capienza, tanto che lo hanno portato ad assumere aspetti ben diversi a seconda degli anni.
Inizialmente venne eretta una semplice tribuncina coperta in legno, laddove si trova oggi la tribuna centrale. Le prime opere murarie sono da far risalire al primo dopoguerra, in particolare a metà anni venti, quando vene eretta la tribuna centrale coperta, ancora oggi esistente. Gli anni trenta videro nascere il settore “popolari”, quello che fino agli inizi degli anni ottanta diverrà il cuore del tifo neroverde.
Nell’estate del 1939 si svolgono gli ultimi significativi lavori di ristrutturazione ed ampliamento in muratura, resisi necessari dopo la promozione della prima squadra lagunare in Serie A.
La tribuna centrale e i popolari vennero allungati verso il fondo del campo assumendo quella forma tipica semicircolare, rimasta immutata fino agli anni novanta. Vennero realizzati i cosiddetti “parterre” a ridosso della tribuna centrale (i famosi gradoni), e le curve, in legno e molto basse (cinque o sei gradini), che costeggiavano la pista d’atletica.
Altri interventi si resero necessari ad inizio e metà anni sessanta con il Venezia impegnato nuovamente nella massima serie. Vennero ampliati il settore dei popolari e le curve con l’erezione di tribune prefabbricate in legno/acciaio. In questo modo lo stadio raggiunse la sua massima capienza di sempre. Nella partita Venezia-Milan del 1966 è stato raggiunto il massimo storico di 26.000 spettatori, costipati in ogni dove nell’antico Penzo allora teatro di una grande Serie A.
A seguito della tromba d’aria abbattutasi proprio sull’Isola di Sant’Elena nel 1971, lo stadio fu gravemente danneggiato e, dato il contemporaneo declino della formazione veneziana in quegli anni, si decise di riparare a malapena il settore dei popolari e la tribuna centrale, tanto che lo stadio scese ad una capienza di poco superiore ai 5.000 posti.
Anni '80
Nei primi anni ’80, con il Venezia che galleggiava tra l’Interregionale e la Serie C2, lo stadio viene nuovamente stravolto da interventi “conservativi”. Il settore dei popolari, chiuso perché inagibile, dopo anni di mancata manutenzione da parte del Comune di Venezia, viene soppiantato da una tribuna in tubi Innocenti posizionata sopra la pista d’atletica. Il cuore del tifo neroverde si sposta così nella nuova curva nord, realizzata anch’essa in tubi Innocenti (questa struttura sarà poi smontata e rimo ntata allo stadio Francesco Baracca a Mestre, in terraferma, dopo la promozione dell’Unione (la nuova squadra dell’area metropolitana veneziana nata dalla fusione delle due storiche compagini della città contemporanea, il Venezia e il Mestre) in Serie C1 nel 1988.
Anni '90
Nel 1991, il Venezia ritorna in Serie B dopo 23 anni e lo stadio Penzo viene nuovamente ristrutturato, senza però interventi definitivi e di lungo termine vista la questione “politica” del nuovo stadio sulla terra ferma (a Tessera, presso l’aeroporto), questione sollevata fin dagli anni ’60 ma mai risolta e concausa dello scarso sviluppo e del degrado dello storico stadio Penzo.
I lavori a tempo di record dell’estate del 1991, infatti, appaiono “temporanei”: viene eliminata la pista di atletica, vengono abbattuti i popolari (chiusi da ormai dieci anni) ed al loro posto vengono eretti le gradinate dei distinti in tubi innocenti. La maggiore trasformazione riguarda le curve che, sempre con strutture in tubi, divengono molto capienti in relazione allo stadio (4.500 persone). La capienza complessiva dello stadio raggiunge quindi i 16.500 posti, che in diverse partite risultarono occupati in ogni ordine di posto dagli spettatori, tra gli anni novanta e duemila quando il club arancioneroverde gioca in Serie A e B.
Al giorno d'oggi
Dopo dieci stagioni nella serie cadetta e tre in Serie A, le sventure economiche del Venezia causate dalla sciagurata gestione e uscita di scena di Maurizio Zamparini portarono al fallimento del 2005 e la conseguente discesa in Serie C. Inizialmente la capienza viene mantenuta a 9.950 posti ma, dal 2007, in base ai nuovi regolamenti sulla sicurezza, il Penzo viene mutilato della porzione di curva nord dedicata ai tifosi locali e i distinti vengono notevolmente ridotti smontando le parti laterali (sia a nord che a sud) della gradinata. Lo stadio scende quindi alla capienza di 7.450 posti.
Con il cambio delle normative in termini di agibilità degli stadi si è sempre proceduto a ridurre la capienza per eludere gli standard richiesti piuttosto che adeguarsi agli standard. Investimenti ed interventi di rilievo a favore dell’impianto veneziano non avvengono dal 1998 e nuovi problemi di agibilità si presentano nell’estate del 2012, con la risalita del club tra i professionisti. Non bastasse, nel mese di luglio della stessa estate una tromba d’aria si abbatte su Sant’Elena facendo crollare i muri di recinzione dietro la curva sud e danneggiando ulteriormente i consumati seggiolini dello stadio.
Nel mese di agosto vengono sistematati i seggiolini danneggiati e predisposto il collegamento internet per la tribuna, riuscendo in extremis ad ottenere l’idoneità per il campionato dalla Lega Pro. Il FBC Unione Venezia deve però giocare la prima gara casalinga di Coppa Italia al Rino Mercante di Bassano del Grappa, proprio contro i locali del Bassano Virtus. Il disappunto più grande si verifica sul finire della stagione, nel giugno del 2013, quando viene notato che una torre faro risulta danneggiata. Immediatamente vengono chiuse al passaggio le fondamenta e lo stadio risulta inagibile.
Ma oggi la nostra casa, grazie agli interventi prodotti dalla nuova proprietà sotto la spinta del Presidente J Tacopina, ha assunto un aspetto migliorato e meno trascurato.